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Farmacia Cantatore – Servizio di Consegna a Domicilio dei prodotti

A servizio dei cittadini più delicati e quelli più colpiti dalle restrizioni della pandemia, la Farmacia mette a disposizione il servizio di consegna.

La Farmacia Cantatore introduce il Servizio di Consegna a Domicilio. Gli abitanti di Corato che hanno maggiormente risentito delle nuove abitudini e del nuovo stile di vita imposti dal Covid-19 possono contare su questo nuovo servizio gratuito, offerto dalla Farmacia. Anziani, soggetti a rischio, o altri cittadini che semplicemente non hanno modo di raggiungere la Farmacia possono usufruire delle consegne per portare a termine le loro commissioni.

Link: https://www.farmaciacantatorecorato.it/

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Le mascherine sovrapposte

Due mascherine sovrapposte sono più efficaci di una?

Nelle situazioni ad alto rischio, come in ambienti chiusi e/o quelli in cui vi sono molte persone è utile indossare due mascherine sovrapposte.

Fermo restando che le mascherine più adatte per affrontare la pandemia con relativa sicurezza sono le FFP2 e le FFP3, che garantiscono un margine di protezione più elevato, sarebbe altrimenti consigliabile indossarne una chirurgica, aldisotto di una di stoffa. In alternativa si può optare per una mascherina di stoffa con del materiale filtrante inserito in una taschina interna.

Si raccomanda comunque di accogliere le raccomandazioni degli esperti. Il rischiocon le mascherine sovrapposte potrebbe essere quello di rendere più difficoltosa la respirazione e ottenere quindi un effetto contrario.

Fonte: https://www.benessereblog.it/post/indossare-due-mascherine-sovrapposte-e-davvero-efficace

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Forse stai somatizzando

Quante volte ti sarà capitato di lamentarti per un dolore e sentirti pronunciare: “Forse stai somatizzando”? Il disturbo esiste.

Somatizzazione è una parola entrata nel linguaggio comune per indicare una sofferenza psicologica espressa attraverso il corpo: avere un forte mal di testa dopo una giornata stressante, avere mal di stomaco dopo un’accesa discussione… Si tratta di esempi di somatizzazione, tratti dalla quotidianità, che evidenziano il profondo legame tra le emozioni e le risposte fisiologiche del nostro organismo.
Normalmente questi esempi si riferiscono a reazioni fisiologiche indotte dall’attivazione emotiva, sono transitorie e si risolvono spontaneamente senza lasciare conseguenze.  Già nell’articolo “Somatizzazione: perchè il malessere finisce nel corpo?” ho trattato ampiamente questo delicato argomento.

Le somatizzazioni sono particolarmente insidiose; chi ne è soggetto vive perennemente in contrasto con il proprio corpo e anche quando ne esce vittorioso, la fatica è tale e tanta da condizionare in negativo gli incontri e le opportunità che si presentano. Generalmente, questo accade quando ci manca un “centro” psichico e mentale, forse perché ci siamo allontanati da quelli che sono i veri bisogni e desideri, così il corpo, con i suoi tentativi da “dirottatore”, esprime lo stato di confusione tra le parti.

Le somatizzazioni non si presentano a tutti con le stesse probabilità e possono riguardare ogni parte del corpo. Vediamo i disturbi più comuni e le possibili cause psicologiche.

Somatizzazione, le parti più a rischio

Quando ci si sente bene fisicamente è più probabile che ci senta a posto anche da un punto di vista psicologico: si è inclini a sorridere, al buonumore e a vedere il bicchiere mezzo pieno, il discorso cambia quando si è in conflitto con la propria emotiività.  La somatizzazione può, infatti, può rappresentare il vero linguaggio della sofferenza psichica e nascondere un profondo conflitto interiore, un mal-essere psicologico, di cui non si ha consapevolezza.

I sintomi fisici sono accettati più facilmente dalla società rispetto alla comune nozione di malattia mentale; possono quindi rappresentare una reazione alle repressioni, inibizioni e rimozioni della nostra storia personale e della nostra vita professionale, culturale, sociale, familiare o sessuale e all’incapacità di gestire in maniera autonoma i problemi della vita quotidiana.

Le persone che somatizzano risultano talvolta “scomodi” e rischiano di essere sottovalutati o abbandonati alle loro sofferenze con vaghe diagnosi di “turbe neurovegetative” o “distonia neurovegetativa”, “disordine funzionale”, “esaurimento nervoso”, “ipotensione arteriosa”, “crisi di nervosismo”. Le diverse risposte manifestate dai soggetti definiscono il particolare disturbo in specifiche parti del corpo:

Stomaco

Le situazioni stressanti causano un’alterazione nell’equilibrio tra le componenti del succo gastrico (acido cloridrico, enzimi e muco): si produce troppo acido cloridrico, che provoca un’irritazione delle pareti dello stomaco.

I disturbi che ne derivano sono difficoltà di digestione, bruciori di stomaco e a volte rigurgito acido. Il tutto accompagnato spesso da un sapore acido o amaro in gola e da una sensazione di cattivo sapore in bocca.

Intestino

Troppe tensioni emotive creano uno squilibrio nella motilità intestinale, che si manifesta con periodi alternati di stipsi e diarrea. Questa situazione determina un’infiammazione della mucosa intestinale, quindi un’alterazione della flora batterica.
E si innesca una spirale senza fine, perché l’intestino diventa sempre più capriccioso e questo fa aumentare lo stato infiammatorio.

L’alternanza di stipsi e diarrea porta con sé altri sintomi. In prima linea i dolori che accompagnano queste crisi. Inoltre la pancia è sempre molto tesa ed è gonfia di gas addominali.

Cuore

Il ritmo cardiaco è regolato da due differenti parti del sistema nervoso autonomo chiamate sistema simpatico e parasimpatico. Quando si è nervosi, c’è un’eccitazione del sistema simpatico.
Si scatena così la tachicardia. Se il nervosismo si protrae nel tempo, si manifesta anche una sensazione di mancanza di respiro e costrizione al torace.

Pelle

Se vi agitate, stimolate il sistema nervoso parasimpatico e la liberazione di istamina, una sostanza che provoca la dilatazione dei vasi cutanei e quindi l’arrossamento. Uno stato di tensione protratto a lungo nel tempo può anche influire negativamente sugli strati più profondi della pelle.

Arrivano macchie rosse sul décolleté e sul collo oppure si verificano arrossamenti sul viso. Se lo stress è più intenso, può comparire la psoriasi.

Testa

Nelle ore successive a una giornata di nervosismo intenso o durante il weekend, c’è un momento di rilassamento. In questi casi il calo della tensione agisce da fattore scatenante e mette in moto l’emicrania.
Un dolore forte e pulsante si irradia a metà della testa, alla tempia e alla parte interna attorno all’occhio. A volte è accompagnato da nausea e vomito. Può durare da un minimo di quattro ore a un massimo di tre giorni.

Sonno

L’insonnia da stress è tipica di chi non riesce a rilassarsi. Persiste fino a quando gli impegni di lavoro (o i problemi personali) non vengono risolti. Si manifesta in modi diversi: c’è chi si rigira nel letto per ore prima di addormentarsi; chi si sveglia in piena notte e non riesce più a chiudere occhio; chi si sveglia troppo presto rispetto al solito. Il risultato è sempre lo stesso: calo delle capacità intellettuali, difficoltà di concentrazione, aumento dell’irritabilità.

Vie respiratorie

Lo stress può causare anche attacchi di asma in chi già ne soffre. Queste crisi collegate alla tensione si verificano soprattutto la mattina al risveglio o comunque prima di uscire di casa, quando i pensieri degli impegni lavorativi cominciano a concretizzarsi. I disturbi collegati? Tosse secca, respiro con sibili, affanno, mancanza di respiro e senso di oppressione al torace.

Fonte: https://psicoadvisor.com/le-parti-del-corpo-piu-a-rischio-di-somatizzare-203.html

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La salute mentale del genere maschile

Condividiamo con voi un articolo scritto da Lara Bellardita su FarmaCommunity. Si parla della salute mentale del sesso “forte”.

Nei mesi scorsi diversi sondaggi e ricerche hanno messo in evidenza che l’impatto psicologico della pandemia è stato particolarmente rilevante nella popolazione femminile. Ma qual è “il lato nascosto della luna”? Secondo una ricerca condotta dall’organizzazione no-profit Movember, il 42% degli uomini statunitensi intervistati ha affermato che nessuno aveva espresso preoccupazione per come stavano affrontando la pandemia. 

La salute mentale nella popolazione maschile

Dal 2003 Movember conduce campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi per la promozione della salute degli uomini con particolare focus su tumore della prostata, tumore del testicolo e salute mentale. La salute mentale è stata a lungo al centro delle attività di Movember che ha puntato la luce su come, a livello globale, ogni minuto si verifichi il suicidio di un uomo o di un ragazzo. La loro recente ricerca ha evidenziato che il 21% degli uomini pensava che la loro salute mentale fosse diminuita durante le prime sei settimane della pandemia. Un altro 27% ha riferito di un aumento del senso di solitudine. Sembra quindi che una molta limitata attenzione sia stata rivolta al distress psicologico nella popolazione maschile.

Gli uomini che affrontano patologie specifiche dell’apparato uro-genitario (tumori urologici, sintomi del tratto urinario inferiore e disfunzione erettile), ma anche malattie croniche cardiovascolari o metaboliche, sono maggiormente a rischio livelli di sviluppare condizioni di ansia e depressione. Ad esempio, il rischio di suicidio negli uomini con tumore alla prostata è oltre 4 volte quella di un uomo di età simile senza tumore. I pazienti con sintomi del tratto urinario inferiore (LUTS) sperimentano livelli elevati di disagio psicosociale, con tassi di depressione dal 6% al 21% e tassi di ansia dal 3% al 10% . Si stima che il 10% degli uomini con disfunzione erettile soffra di depressione e fino al 37% di ansia.

Le barriere alla salute mentale

A dirla tutta, gli stessi uomini sono generalmente poco propensi a occuparsi della propria salute e in particolare molto della salute mentale. Le radici di questa reticenza sono di tipo socio-economico e culturale. Ad esempio, è spesso presente negli uomini una ferma convinzione nello stoicismo e nella necessità di controllare le emozioni, che può portare uomini che sperimentano vissuti di ansia e depressione a percepire il disagio emotivo come vergognoso e quindi nascondere i sintomi e le manifestazioni di malessere.

Quali sono le barriere che più frequentemente ostacolano il rivolgersi a percorsi che promuovono e tutelano la salute mentale? La maggior parte degli uomini hanno la credenza che “capita a tutti di sentirsi giù” e che, in ogni caso, sia necessario essere in grado “di cavarsela da soli”. Inoltre, anche riconoscendo il bisogno di ricevere un supporto, non saprebbero cosa cercare in uno psicoterapeuta.

In generale, problemi nell’ambito della salute mentale maschile si manifestano con condizioni ansiose e depressive e con l’esternalizzazione del disagio attraverso comportamenti nocivi nei confronti della propria salute (tabagismo, abuso e alcool) e persino della salute altrui (violenza domestica, fisica e psicologica).

Quali soluzioni?

Servono  programmi di prevenzione a vari livelli che siano cuciti su misura in base alle specifiche caratteristiche maschili, biologiche e culturali. É necessario aiutare gli uomini a superare le false credenze, i miti di machismo e la percezione di stigma che non consentono loro di cercare assistenza sanitaria professionale davanti a una condizione di malessere psicologico. É necessario farlo a partire dalle scuole e dai luoghi di lavoro, applicando linee guida specifiche per la salute mentale nella popolazione maschile e utilizzando metodi e interventi che siano mirati sugli specifici bisogni. Più che studiare le differenze tra salute mentale negli uomini rispetto alle donne, è utile sviluppare programmi sensibili al genere che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono quelli “che riconoscono i bisogni e le realtà specifici degli uomini sulla base della costruzione sociale dei ruoli di genere”.

www.larabellardita.com; www.centropsicologiacittàstudi.it

Fonte: http://www.farmacommunity.it/la-salute-mentale-del-sesso-forte/

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Proteggere cani e gatti dal freddo invernale

Condividiamo con voi, l’articolo apparso su FarmaCommunity e che ci spiega come proteggere i nostri amici a quattro zampe dal freddo invernale.

Nonostante cani e gatti siano dotati naturalmente di pelliccia, con l’abbassarsi delle temperature anche loro patiscono il freddo e possono sviluppare sintomi da raffreddamento! Per questo è necessario informarsi cercando di capire come prevenire i sintomi. 

Un’alimentazione adeguata e un riparo idoneo sono sicuramente le prime cose a cui pensare per garantire loro il benessere.

Misurare la febbre

Si misura per via rettale, con termometri di tipo digitale.. Prima di procedere si lubrifica con della vaselina e dopo ogni uso si disinfetta. Per cani e gatti è normale avere una temperatura tra i 38,1 e 39,2 °C. Per il loro corpo è più difficile mantenere una temperatura stabile durante l’inverno, per questo si servono del cambio di pelliccia stagionale aumentandola nei mesi freddi e perdendola in quelli caldi.

Ipotermia

Gli animali abituati a stare in casa, che escono solo per brevi passeggiate, invece mal sopporteranno il passaggio dall’interno all’esterno perciò meglio evitare eccessive escursioni termiche, facendoli passare gradualmente da dentro a fuori. E’ il caso di preoccuparsi quando sopraggiungono sintomi come respiro lento, disorientamento, tremiti o perdita di coscienza: potremmo essere di fronte ad un caso di ipotermia. Se ciò avviene cercate di asciugare e riscaldare prontamente l’animale con un asciugamano o una coperta e mettetegli accanto una borsa dell’acqua calda, non a diretto contatto con il pelo ma avvolta in una coperta o un panno I punti più a rischio di geloni sono quelli più esposti: orecchie, sotto delle zampe, coda, capezzoli e lo scroto dei maschi non castrati. Cercate sempre di riscaldare prima queste aree.

Raffreddore

I sintomi del raffreddore nei cani e nei gatti non sono molto diversi dai nostri. Innanzitutto, appaiono più stanchi e tranquilli rispetto al solito, cercano il silenzio e il calore perché con il riposo si possono riprendere in pochi giorni. Alcuni animali possono manifestare tosse (soprattutto i cani), starnuti, secrezioni nasali o oculari e inappetenza. Se nei casi più lievi basta anche recarsi in farmacia per trovare il giusto consiglio, in altri è bene sottoporre l’animale a visita veterinaria, anche per escludere eventuali allergie o altre patologie.

Fonte http://www.farmacommunity.it/proteggiamo-cani-e-gatti-dal-freddo-invernale

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Ritorno in Farmacia, come sono cambiate le abitudini del consumatore

L’emergenza sanitaria dei mesi passati ha modificato le abitudini dei consumatori e le ha rese di uso comune, proiettandoci in un futuro prossimo molto diverso da come lo immaginavamo. Pensiamo ai cambiamenti avvenuti in farmacia, dei quali abbiamo già in parte discusso su queste pagine: la dematerializzazione della ricetta, la consegna a domicilio dei farmaci, il commercio online, suggeriscono l’evolversi di una farmacia dove negozio fisico e virtuale saranno perfettamente integrati. Che piaccia o no, le farmacie dovranno adattarsi a questi diversi modelli di acquisto. Nei prossimi mesi, almeno fino alla distribuzione del vaccino contro il coronavirus, il fenomeno del distanziamento sociale e la paura del contagio continueranno a produrre code fuori dalle nostre farmacie.

Ciò potrà richiedere l’adozione di sistemi che consentano l’accesso in negozio su prenotazione oppure l’utilizzo di ticket numerati posti all’esterno dei locali. Per lo stesso motivo, dovremo ridisegnare lo spazio fisico della farmacia e ripensare alla comunicazione con i nostri clienti: gli ingressi contingentati e la riduzione del personale disponibile determineranno momenti di attesa che potremo sfruttare per comunicare proposte di acquisto e servizi, attraverso cartelli, tablet o led luminosi. Il processo di vendita on line e la consegna dei farmaci a domicilio sono stati utilizzati durante il lockdown per necessità, ma chi ne ha scoperto la comodità non vorrà rinunciarvi completamente. Molte farmacie si sono attrezzate, investendo soldi e risorse per offrire servizi in rete, affidandosi a piattaforme digitali di nuova generazione, e sono riuscite in questo modo ad allargare il proprio bacino di utenza con un buon ritorno economico. Per ovviare alla criticità della vendita a distanza, privata del contatto diretto con il professionista, alcuni colleghi hanno deciso di offrire servizi di teleconsulto e chat dedicate che sono stati molto apprezzati dagli utenti. Sono convinta che nei prossimi mesi i servizi digitali non saranno solo una prerogativa di pochi farmacisti appassionati, ma diventeranno per la maggior parte di noi strumenti di uso comune e ci aiuteranno a riportare i clienti in farmacia. Grazie alle innovazioni tecnologiche potremo cogliere le nuove richieste del mercato e al tempo stesso, senza perdere la nostra vera identità, continuare a svolgere l’importante ruolo sociale che tutti gli italiani ci hanno riconosciuto durante la pandemia. – Scrivono su FarmaciaNews.

Non a caso la nostra Farmacia è cercata di venire incontro alle esigenze della clientela e sono stati implementati la prenotazione da casa, le consegna a domicilio e metodi smart di pagamento come Satispay.

Fonte intervista – https://www.farmacianews.it/ritorno-in-farmacia/

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